Pés no chão – Report finale esperienza di mobilità internazionale di Valentina Gigliello – Scienze psicologiche dello sviluppo, della personalità e delle relazioni interpersonali, Università di Padova

Tramonto sul Fiume São Francisco, fra le città di Petrolina e Juazeiro
Sono entrata in contatto con il Progetto BEA ormai tre anni fa, assistendo all’intervento di Nicola Andrian, il coordinatore, durante una lezione di pedagogia generale, al mio primo anno di corso all’Università di Padova. Già dalla presentazione dell’esperienza ne ero rimasta estremamente affascinata, soprattutto dall’idea (mai sentita prima) di applicare all’interno del percorso universitario il Service-Learning. L’innovazione della proposta sta nel non concepire più il servizio solidario e l’apprendimento come due attività separate, bensì come un unico percorso educativo coerente, partendo dal presupposto che la conoscenza non sia solo un contenuto da trasmettere in forma passiva, come dice chiaramente il pedagogista e filosofo brasiliano Paulo Freire, bensì da sperimentare in prima persona. Lo sviluppo di una cittadinanza attiva e pro-sociale è uno degli obiettivi fondamentali del Service-Learning, che chiede agli studenti coinvolti di mettere alla prova, in contesti reali fuori dalle aule, le conoscenze teoriche, abilità e competenze previste dal loro curriculum accademico, collaborando con il territorio stesso tramite le interazioni con gli attori in esso coinvolti. Nella logica di collaborazione in rete tra università e territorio, l’apprendimento accademico non è semplicemente a vantaggio del singolo studente, ma si fa risorsa per la comunità ed è, al tempo stesso, ulteriormente potenziato proprio dal contatto con la comunità.

Applicando il Service-Learning (S.L.) attraverso un approccio GloCale, prerogativa del Progetto BEA in stretta collaborazione con il programma di ricerca e pratiche Intereurisland, si propone una visione che comprenda simultaneamente tanto la dimensione globale, quanto quella locale. Ciò implica il pensare al contesto territoriale, in quanto caratterizzato da determinate peculiarità e necessità specifiche, mantenendo relazioni con l’internazionale. Creare una rete che tenga conto delle singole realtà, senza isolarle né integrarle in un processo di globalizzazione, bensì esprimerle e valorizzarle in un dialogo comune.

La proposta del S.L. prevede un’alternanza continua tra la teorica e la pratica e tra l’università e la comunità. Nello specifico di questo progetto, la parte teorica si sviluppa con l’approfondimento (già proiettato nell’ottica di un’applicazione pratica) di concetti quali la comunicazione assertiva, comunicazione non violenta e relazione educativa e di aiuto attraverso il corso di estensione (Extensão in brasilaino): “Relazioni interpersonali e dinamiche di gruppo”, del Dipartimento di Scienze Umane DCH, Campus III, della città di Juazeiro-BA, dell’Università dello Stato della Bahia (UNEB). La parte pratica, di servizio solidale, invece, si sviluppa attraverso un tirocinio formativo in uno degli enti della rete di collaborazioni che sia il BEA che Intereurisland hanno nel contesto locale delle città di Juazeiro-BA e Petrolina-PE (che fisicamente costituiscono per diversi aspetti un unico agglomerato urbano, separate solo dal Fiume San Francisco).

Una tappa importante dell’esperienza di mobilità vissuta, che rafforza l’acquisizione di conoscenze e competenze anche in merito al dialogo interculturale, è la fase iniziale di immersione nel contesto locale e di contatto e scoperta di diverse realtà che operano nell’ambito del disagio e della vulnerabilità sociale, dei diritti umani e della cittadinanza attiva.

Tale processo di immersione è iniziato già in Italia, attraverso la formazione pre-partenza che ho condiviso con quattro studentesse(i), sempre dell’UNIPD, in partenza con il programma Intereurisland.

Formazione pre-partenza. L’equipe 2021 con la Porf.ssa Barbara Cabral, RMSM – UNIVASF

In questa fase, immaginando la realtà brasiliana ancora lontanissima all’epoca, ognuno di noi del gruppo si era fatto un’idea dell’ente in cui avrebbe avuto interesse a svolgere il tirocinio. Per me la scelta era ricaduta sul FUNASE-CENIP, la Casa di reclusione di prima accoglienza nella città di Petrolina, della Fondazione socio-educativa per adolescenti in conflitto con la legge.

Qui gli adolescenti devono scontare un periodo massimo di 45 giorni, in attesa della sentenza definitiva del giudice. Le possibilità consistono poi, dipendendo dal processo, o con la scarcerazione o con il passaggio alla struttura di detenzione vera e propria (il FUNASE-CASE).

Considerando tale scelta, gli obiettivi formativi che mi ero preposta, e che facevano parte del progetto di tirocinio formativo presentato alla UNIPD, erano:

  • Osservare l’ambiente carcerario minorile – sia per quanto riguarda i detenuti, sia per l’organizzazione della struttura (es. personale, fondi)
  • Capire come cambia il concetto di educazione e relazione in base alla cultura
  • Scoprire come cambia il concetto di devianza in base alla cultura
  • Osservare e prendere parte alla quotidianità dell’ente accogliente
  • Osservare ed apprendere a gestire le problematiche che ci possono essere al momento dell’arresto (quali senso di colpa, rabbia, astinenza in caso di dipendenza da sostanze)
  • Apprendere l’insieme di metodologie utili per la valutazione dell’ambiente carcerario
  • Valutare la possibilità di opzioni alternative al sistema penitenziario come risposta a reati commessi da minori
  • Entrare in un clima di condivisione di esperienze e contatto con l’Altro
  • Saper lavorare in equipe
  • Saper gestire situazioni stressanti
  • Implementare i concetti teorici approfonditi durante il percorso accademico all’Università di Padova

Una volta arrivati in Brasile però, a causa della situazione d’emergenza data dalla pandemia, gli enti non sono stati da subito in grado di accogliere tirocinanti. Come equipe Bea&Intereurisland 2021, si è comunque realizzato il giro di visite ad ogni ente della rete – sia carceraria che dei CAPS (Centri Attenzione Psicosociale).

Equipe in visita al FUNASE Cenip, Petrolina-PE

Iniziando a scoprire le dinamiche della realtà dei CAPS, è emerso un forte legame e interesse degli operatori nei confronti dell’orientamento basagliano nella questione psichiatrica: qui, infatti, si cerca di assistere la persona a livello multisistemico, con differenti figure professionali e dando importanza alla persona nella sua complessità e non solamente nella limitante (secondo la prospettiva antimanicomiale) visione sano/malato. Nello specifico, dal 1988 in Brasile esiste il Sistema Único de Saúde (SUS), pubblico e aperto a tutti. Inoltre, a seguito della Riforma Psichiatrica e del movimento di Lotta Antimanicomiale – fortemente ispirati dalla psichiatria italiana a stampo basagliano – nasce la Rede de Atenção Psicossocial (RAPS), responsabile del sostegno a persone che manifestano sofferenza psichica e/o disturbi psichiatrici e di abuso di sostanze. La rete è composta da molteplici servizi, tra cui i Centri di Attenzione Psicosociale (CAPS), l’assistenza sanitaria di base, le unità di emergenza ed urgenza, i servizi di residenza terapeutica e manicomi. I CAPS si propongono come alternative sostitutive agli ospedali psichiatrici, in quanto servizi presenti nel territorio, a porte aperte e che operano in équipe multiprofessionali con una logica interdisciplinare. Essi sono divisi in: CAPSi Infanto-juvenil, dedicato al sostegno a minori; CAPS II, che accoglie adulti con disturbi psichiatrici gravi e persistenti; CAPS AD (Alcol e Droga), specializzato nell’area dell’uso abusivo di alcol e droghe. C’è poi un’ulteriore differenziazione (che determina gli incentivi governativi) in base al numero di abitanti del distretto in cui il CAPS opera.

Estremamente affascinata da una possibile esperienza nel CAPS AD III di Petrolina, ho optato alla fine per svolgere il tirocinio formativo sia all’interno del CENIP, che del CAPS.

Le due sono risultate essere per me opportunità di apprendimento molto diverse, seppur complementari. All’interno della FUNASE, infatti, ero di accompagnamento alla psicologa, avendo così l’occasione di approfondire tale ruolo specifico. Nel CAPS al contrario seguivo ogni figura professionale dell’equipe (assistente sociale, psichiatra, psicologa, coordinatore, infermiera, OSS, farmacista e riduttore di danno), approfondendo così il funzionamento del servizio a 360 gradi.

Già da qui si può capire che l’adattamento è stato una delle capacità e sfide che mi sono state richieste: non lasciarsi scoraggiare dal mutamento di una situazione, bensì trovare il modo di trarne punti di forza. Così, dall’idea di focalizzare la mia attenzione sugli adolescenti, mi sono trovata a svolgere la gran parte del mio tirocinio all’interno del CAPS. Fin da subito mi ha colpita la percezione che avevo di quanto i professionisti che vi lavoravano fossero frustrati, sensazione che man mano si rendeva sempre più pervasiva e ingombrante. Sentimento che, a livello personale, provavo pure io nella quotidianità del lavoro stesso.

Attività laboratoriale al CAPS AD di Petrolina-PE

La scelta dell’argomento di tesi è ricaduta, allora, sul cercare di riflettere su quanto fosse reale tale percezione, partendo dai resoconti dell’equipe stessa. Come strumento di ricerca mi sono avvalsa dell’intervista dialogica: uno strumento qualitativo di raccolta dati per ricerche in ambito sociologico. Si tratta di un’interazione nella quale l’intervistatore si pone in condizione di ascolto, lasciando lo spazio di protagonista esclusivamente all’intervistata(o) che a quel punto diventa narr-attore ossia soggetto più che oggetto di ‘stato’. L’intento primario è quello di raccogliere rappresentazioni di esperienze e di relazioni, arrivando così a scoprire come le opinioni e le informazioni riferite ai valori, norme, condizioni, episodi agiscono concretamente nella vita dei soggetti e prendono forma nelle loro azioni. A tal fine si tratta di uno strumento estremamente flessibile, che si adatta alla situazione contestuale dell’intervista e al racconto dell’intervistato stesso. Nel caso specifico di questa esperienza, questo strumento è stato utilizzato nella prospettiva di ascoltare la rappresentazione del contesto in cui la realtà del CAPS prende vita.

Discutendo la Tesi di Laurea dal Brasile
Facendo le interviste mi sono trovata ad essere bombardata di informazioni, di storie, emozioni. Per molti sentivo che ci fosse la necessità di avere uno spazio in cui sfogarsi e, soprattutto, di persone disposte ad ascoltare ciò che di solito viene ignorato: il benessere inteso come psicofisico e sociale. In un Paese in cui ancora esistono i manicomi, il non riconoscimento dell’importanza della salute psichica sembra essere una costante.

Mi trovo quindi ad immergermi nella scoperta del SUS e, con sorpresa, a rendermi conto di non sapere praticamente nulla riguardo a come funzioni la salute pubblica in Italia, tantomeno quella mentale. Sento di nuovo una passione per la psicologia, più che altro la voglia di capire ed approfondire i concetti stessi di benessere, comunità, territorio. Scopro anche di avere un approccio alla psicologia che non vuole essere chiuso dentro ad uno studio terapeutico, snaturato rispetto all’ambiente quotidiano della persona; il prendersi cura è fuori, nelle strade, nelle case, nelle relazioni e non solamente all’interno del servizio

Ciononostante, mentre nel primo periodo pensavo, una volta tornata a casa, di cercare subito un modo per continuare un percorso specializzante qui, credo di aver bisogno di riflettere ed elaborare quello che è successo in questi cinque mesi.

Mesi che sembrano volati, quasi mai esistiti, come la sensazione di realtà di un sogno che svanisce man mano che ci si sveglia. Sento che qualcosa però è cambiato, un’energia in qualche modo diversa che si sta facendo arrogantemente strada anche nella normalità italiana (che ormai non esiste più nella stessa forma in cui esisteva prima). Ciò lo collego molto alla Bahia come terra che ho all’inizio osservato curiosa e che ho iniziato a vivere poi, facendomi travolgere dalla sua storia, cultura e contraddizione. Posso affermare che, oltre ad aver appreso molto dal tirocinio formativo dal punto di vista professionale, la mia crescita durante questo periodo è stata soprattutto personale (o per lo meno tale aspetto, a mio parere, risulta essere il più rilevante). Si trasformano così l’esperienza sul campo e lo studio teorico in competenza. Se dovessi immaginare il mio percorso qui, sicuramente non sarebbe una linea retta, bensì un continuo generarsi di nuove emozioni e vissuti. Tutto partito da una lezione a Padova, a cui sinceramente ho deciso all’ultimo di partecipare.

In tale processo di cambiamento il gruppo è stato per me fondamentale. Siamo di fatto partiti in cinque studentesse(i) UNIPD per questa avventura, costituendo assieme al coordinatore l’equipe Bea&Intereurisland 2021, ognuno con la propria personalità e modi di osservare e riflettere sul mondo totalmente diversi e, molte volte, in opposizione. Ammetto non essere stato facile inizialmente: cinque estranei trovatisi di punto in bianco a dover condividere una casa, un progetto di tirocinio e una nuova vita in un luogo totalmente estraneo. Ricordo un articolo che abbiamo scritto assieme per il WECSAB (X workshop nazionale e internazionale di educazione contestualizzata per la convivenza con il semiarido) che io ho personalmente vissuto come mentalmente sfiancante; lì, a mio parere, è stato l’emblema di fatto di quanto fosse difficile trovare un modo per sintonizzare le varie idee e stili (in questo caso di scrittura), valorizzando senza cadere nella trappola omologante e al tempo stesso non rinunciando ad una coerenza generale.

Focus Group di valutazione e pianificazione – equipe 2021
E’ Difficile spiegare il livello quasi di simbiosi che abbiamo raggiunto – sia per quanto riguarda il tempo passato assieme, sia per l’intensità dei vissuti reciproci a cui siamo stati partecipi. La routine, nel momento in cui abbiamo iniziato percorsi più autonomi, stava nell’andare a tirocinio o fare qualsiasi altra attività e, tornati a casa, ritrovarci e parlarne. Penso di non aver mai raccontato a nessuno la mia quotidianità nei più minimi dettagli come ad Alessio, Caterina, Lucrezia ed Arianna in quei tre mesi. Pur non avendo potere sulla scelta dei miei compagni, essi da sconosciuti si sono trasformati in colleghi, “terapeuti” ed infine amici. Ora rientrata in Italia mi manca profondamente la sensazione di essere capita totalmente quando racconto di ciò che ho (e abbiamo) vissuto, senza dover necessariamente provare a spiegare un contesto che per essere inteso va sperimentato.

Molte delle mie considerazioni probabilmente non sarebbero mai state possibili senza loro e, per questo e molto altro, li ringrazio.

Torno a casa più consapevole di quanto sia importante saper improvvisare (non inteso però come mancanza di giudizio), di quanto sia bello concedersi il lusso di ascoltarsi e orientare le proprie scelte anche in base alla propria percezione in quel momento, a non avere piani rigidi e immutabili a cui ci si deve necessariamente adattare. Ciò unito però alla fermezza con cui si può prendere una decisione. Mi torna alla mente una frase che un mio amico mi diceva spesso, quando mi vedeva in dubbio sul da farsi: “Piedi per terra Valentina (Pé no Chão). Vuoi una cosa? Va e falla. Mettiti in gioco”. Da qui, ad una maggiore libertà, svincolata da schemi preimpostati e talvolta forzati, emerge anche la presa di coscienza della propria responsabilità personale rispetto alle possibilità che capitano e che si possono costruire autonomamente se ancora non presenti (certo non generalizzando ad ogni situazione e contesto).

Presupponendo ciò, sento di aver appena aperto una porta su un percorso che voglio percorrere e che passa attraverso la Bahia. Affermo quindi che tornerò in questa terra magica, misteriosa e affascinante, che ora amo.

Valentina Gigliello

Laurea Triennale in Scienze psicologiche dello sviluppo, della personalità e delle relazioni interpersonali, Università di Padova.

Immergendosi nel contesto di accoglienza – esperienze di GloCal Service Learning in tempo di pandemia

 

Immergersi, oltre a voler dire “Entrare completamente in un liquido o in una sostanza semiliquida”, significa: “Addentrarsi in qualcosa, inoltrarsi […] sprofondare, darsi completamente o dedicarsi con assiduità.” .
O anche può essere: “Penetrare in un ambiente, in uno spazio, ecc., in modo da esserne interamente avvolto.” (Vocabolari Il Nuovo De Mauro e Treccani)

Il conoscere profondamente il contesto (straniero) di accoglienza è uno dei processi ritenuti più importanti e significativi per l’esperienza di scambio interculturale proposta sia dal Progetto BEA che dal programma Intereurisland. Un processo che inzia, di fatto, sin dal primo contatto fra studentesse(i) e/o volontarie(i) e il coordinamento ancora nel proprio paese (nella fase pre-partenza) e che finisce solo alla chiusura di ogni attività, al rientro dalla mobilità (a volte non si chiude nemmeno a questo livello). Si ritiene di grande importanza anche e soprattutto approfondendo sempre di più l’approccio GloCale alle esperienze di Service-Learning vissute nei periodi di mobilità. Un approccio che trova nell’educazione contestualizzata una nuova lente, una nuova chiave di lettura del dialogo interculturale, della responsabilità sociale dell’università con la comunità e dell’educazione ad una cittadinanza attiva e pro-sociale.
Quest’anno, per i 5 studenti dell’università di Padova, il processo di immersione nel contesto brasiliano si è sviluppato nell’alternanza fra attività virtuali, a distanza e attività in presenza, seguendo i protocolli e le procedure di prevenzione e contenimento della diffusione del COVID-19, determinati dai diversi enti nei/con i quali si sono realizzate queste attività.
 
Incontro di benvenute/o con docenti del PPGESA – DCH III, UNEB.

 

Nello specifico, tutte le attività di studio con il programma di Mestrado PPGESA, del Dipartimento di Scienze Umane/DCH, Campus III, dell’Università dello Stato della Bahia/UNEB (l’università di accoglienza), si sono realizzate a distanza e sono iniziate ufficialmente con un incontro di ‘Benvenute(o)’, organizzato da docenti del Gruppo di internazionalizzazione accademica, del PPGESA e della direzione del DCH III, UNEB, realizzato quando l’equipe era ancora fisicamente in Italia. (Le Prof.sse Edilane C.T. e Marcia G.S. e i Prof. Josemar Pinzoh, Edmerson S.R. e Nicola A.).
 

Incontro con la Prof.ssa Barbara Cabral UNIVASF e RMSM.

Fra il periodo pre-partenza e la mobilità, si sono realizzate a distanza anche altre attività di formazione e presentazione di alcune delle realtà con le quali sia il Progetto BEA che il programma Intereurisland collaborano per la realizzazione dei progetti di Service-Learning. Una di queste è il Programma di Residenza Multiprofessionale di Salute Mentale/RMSM, vincolato all’Università Federale/UNIVASF, atraverso il quale si rendono possibili attività specifiche nei diversi Centri di accoglienza psico-sociale/CAPS, delle città di Petrolina-PE e Juazeiro-BA.

 
Equipe Bea&Intereurisland 2021 all’arrivo a Petrolina

Per l’equipe 2021, l’esperienza di mobilità fisica ha avuto inizio a partire dal giorno 18 settembre, data di arrivo dell’equipe Bea&Intereurisland 2021 all’aeroporto di Petrolina-PE (l’equipe, come ogni anno, è costituita da studentesse/i UNIPD ed eventuali volontarie/i in mobilità in Brasile attraverso il Progetto BEA e il programma Intereurisland e il coordinatore).


 
 
Durante il primo periodo in Brasile (nelle città di Juazeiro-BA e Petrolina-PE) il Progetto BEA e il programma Intereurisland prevedono le visite di conoscenza di tutti gli enti partner della rete locale, che si rendono disponibili ad accogliere gli studenti italiani per le attività pratiche dei progetti di Service-Learning (i tirocini). Nella foto del post si possone vedere enti quali la FUNASE (CASE, CASEM e CENIP) di Petrolina-PE: Fondazione socio ri-educativa che accoglie adolescenti in condizioni di conflitto con la legge; i CAPS: Centri di Assistenza psico-sociale; la Segreteria di sviluppo sociale, donne e diverstià SEDES, del comune di Juazeiro-BA; la Pastolar da Mulher: che accoglie donne in condizioni di prostituzione. La rete di collaborazioni locali contempla anche altri enti, sia pubblici che privati, del contesto locale.

Approfondendo dal punto di vista teorico l’esperienza della Pastoral da Mulher, Juazeiro

 

Mantenendo fede all’impegno preso durante l’ultimo weekend formativo pre-partenza (si veda il post specifico:  http://intereurisland.blogspot.com/2021/08/como-posso-alfabetizzarmi-con-lalfabeto.html), si è cercato sin dai primissimi momenti di rispondere concretamente alla domanda che ci si era posti, a seguito di un gioco di ruoli e della riflessione sullo spunto formativo di Paulo Freire: Come possiamo alfabetizzarci con l’alfabeto di chi ci accoglie?
 

Visita alla FUNASE CASEM (semilibertà), Petrolina-PE

 

Seguendo le diverse indicazioni di prevenzione e rispettando tempistiche e necessità di ogni ente, ci si è concentrati nell’Immergersi nel contesto di accoglienza, sentendosi interamente avvolti e sviluppando, in particolare, la capacità di osservare, ascoltare e chiedere. Pur non essendo stato assolutamente semplice, per diverse ragioni legate al periodo specifico, questo approccio ha permesso di acquisire nuove conoscenze e/o approfondire, incrementare conoscenze esistenti (sapere), sperimentare (saper fare), uscire dalle proprie zone di conforto e ‘mettersi in gioco’ dal punto di vista professionale e anche personale (saper essere) e creare e sviluppare legami, relazioni sia con colleghe(i) dell’equipe che con le tantissime persone che si sono incontrate negli ambiti del programma (università e comunità) e ‘casualmente’ nella vita di tutti i giorni (sapere vivere assieme).
 

Visita alla SEDES, Juazeiro-BA
 
 
 

“Io sto apprezzando moltissimo la possibilità di scoperta, di andare al CAPS o alla FUNASE e proprio avere l’opinione di un esperto, di una persona che ci lavora, che capisce la situazione e che ti descrive, ti parla, ti racconta la situazione e … ti fa entrare […]” (V. Equipe 2021 – Focus gruop a fine del primo mese di mobilità).

 
Per una serie di ragioni sempre vincolate al particolarissimo periodo, quest’anno le scelte degli enti di tirocinio sono state prese da ogni singolo studente solo a seguito del periodo iniziale di visite e questo si è rivelato un approccio significativo che si è deciso di adottare anche per i prossimi anni. Ci si è resi conto, infatti, che alcune percezioni, sensazioni e riflessioni si sviluppano solamente dopo esserci stati fisicamente, nei diversi luoghi della rete, ed aver incontrato le persone che ci lavorano o che sono accolte da quelle specifiche realtà.

 

Visita alla FUNASE CENIP, Petrolina

“Mi sta piacendo molto il fatto di conoscere tutte queste realtà in cui c’è finalmente un’applicazione della psicologia perchè mi sta tornando anche un po la fiducia nella psicologia. […] anche se non è il contesto italiano, siamo molto fortunati di conoscere delle realtà nelle quali c’è un’applicazione della psicologia e […] si parla di cos’è la salute mentale.”

“Ringrazio questo tempo molto dilatato in cui abbiamo esplorato molte delle realtà di salute mentale di Petrolina e Juazeiro, perchè mi ha permesso di capire che alcune cose non mi interessano proprio.”  (A. e A. Equipe 2021 – Focus gruop a fine del primo mese di mobilità)
 
Questo incremento di saperi (che fanno riferimento ai quattro pilastri della formazione secondo il Rapporto Delors: “Nell’educazione un tesoro”, UNESCO, 1996) in un contesto culturale diverso da quello di origine, ha un ulteriore e interessante aspetto che scaturisce dalle riflessioni sull’esperienza di chi ne è direttamente coinvolto.
Dalle riflessioni su quanto si stava vivendo, ci si è accorti, infatti, che molto di ciò che si stava imparando non lo si conosceva in relazione al proprio contesto italiano. Questo ha fatto nascere il desiderio di approfondirlo al rientro dall’esperienza di mobilità.
“Ogni tanto penso a quanto non so dell’Italia!”.
  
“Mi sembrava che ci fosse questo dislivello incolmabile fra come si svolge la (mia) quotidianità in Italia e come si svolge la quotidianità qua. […] quelle cose che sai che esistono ma che non senti davvero che esistono perchè non le hai mai viste. All’inizio io ho pensato – Io vengo qua per fare cosa? […] mi sembrava che avessi potuto solo imparare come all’università … apprendo poi però non so lavorare come una psicologa. Ora invece sto iniziando a vedere anche punti di incontro […] si è vero che ci sono delle differenza ma questo non vuol dire che (oltre ad imparare) non possa fare qualcosa di utile.” (Equipe 2021 – Focus gruop a fine del primo mese di mobilità e finale)

Suonando il violino al CAPS II, Petrolina
Addentrarsi nel nuovo contesto non è un processo ‘neutro’, nel quale lo studente o la volontaria mantengono una distanza dagli avvenimenti e dalle persone. Al contrario, è un processo durante il quale, naturalmente, quasi per osmosi, inizia una sorta di contaminazione mutua, di incontro e dialogo alla pari fra soggetti portatori di valori, abitudini, conoscenze, credenze, insomma … di culture, diverse fra loro. Ecco perchè, infatti, ci piace sottolineare sempre il fatto che si vivono incontri fra persone portatrici di culture diverse e non fra diverse culture.
Grazie a questo approccio, inoltre, queste esperienze di mobilità internazionale richiedono a chi è coinvolto il mettere in gioco le proprie conoscenze, capacità e competenze ma non solo, anche i propri interessi, desideri e passioni.
 
 

laboratorio di malabarismo allla FUNASE CASE

 

Si, interessi e passioni grazie alle quali ognuno di noi ha un background significativo che, prima o poi, esce allo scoperto, viene raccontato, condiviso, messo in scena e ‘vissuto’, incrementandosi di nuove esperienze. Interessi e passioni che, dall’altra parte, nascono e fioriscono proprio grazie a questa immersione e contaminazione reciproca.
Esempi straordinari di quest’anno sono stati gli interessi e le passioni specifiche per teatro e malabarismo, violino, graffiti e … capoeira, che hanno fatto si che si sviluppassero esperienze meravigliose di dialogo interculturale, contaminazione reciproca e Service-Learning nella sua essenza più profonda e significativa e con il protagonismo degli studenti coinvolti.
 
 
 
L’immersione nel contesto locale è un processo che si sviluppa fino alla fine dell’esperienza di mobilità. Come scrivevamo all’inizio del post, a volte non si chiudono con il rientro al paese d’origine ma continuano, con forme e dimensioni diverse, anche nel post mobilità. Ne è testimonianza il fatto che le nuove relazioni si sviluppano, si intrecciano con relazioni esistenti, con persone e istituzioni che sono già parte del progetto da anni, consolidando sempre più la fiducia in quanto proposto con ciclicità annuali interconnesse.

L’equipe alla FUNASE CASE, al laboratorio di graffiti e murales con adolescenti in conflitto con la legge

 

Le esperienze sono sempre più radicate nel territorio e ogni singolo studente vive profondamente l’essere parte di questo contesto, nel quale lui, comunque, è ‘lo straniero’.
 

Alessio L. participando ad un tavolo di discussione durante l’evento scientifico X WECSAB, DCH III, UNEB.

Sin dai primi passi che si fanno nella fase pre-partenza ci si rende conto che il Progetto BEA e il programma Intereurisland sono … ‘più grandi’ delle singole esperienze di mobilità, si prende consapevolezza che, da studente o volontaria, non si è i primi e non si sarà nemmeno gli ultimi. Si è parte di un’equipe che spesso e volentieri è chiamata, invitata a vivere momenti assieme, come gruppo e non come singoli. In questo essere conosciuti e ri-conosciuti come gruppo, come equipe in mobilità, la comunità che accoglie riserva sempre alcune ‘sorprese’ … e così è stato anche quest’anno. Una di queste, sicuramente, è stata l’invito ad un incontro di condivisione e scambio con un gruppo Scout di Petrolina, che ha permesso di vivere un pomeriggio completamente diverso e assolutamente inaspettato.
 
L’incontro con un gruppo Scout di Petrolina-PE

Nel periodo di mobilità, sempre nell’ottica di conoscenza e immersione nel contesto che ci accoglie, sia il BEA che Intereurisland prevedono un fine settimana prolungato a disposizione per un’uscita di visita o ad una delle Capitali Recife o Salvador, rispettivamente degli Stati del Pernambuco e della Bahia, o di immersione in uno dei diversi contesti naturali meravigliosi, che la Regione Nord Est del Brasile offre.
Quest’anno la scelta si è indirizzata verso il parco naturale della Chapada Diamantina, nel Cuore della Bahia, che, per alcune sue caratteristiche e meraviglie uniche è ad un passo dall’essere coinsiderata patrimonio mondiale dell’UNESCO.
 

Chapada diamantina, Bahia-BA. Vista dal Morro de Pai Inácio

 

“E’ stata un’esperienza veramente ricca, prima di tutto pensando a quanto noi siamo stati immersi in tante, tante cose, non solo nel tirocinio e non solo a livello accademico. […] il senso di stare nel locale e vivere la quotidianità per me è stato importantissimo. Raccontando l’esperienza mi sono resa conto di quanto […] è stato bello che siamo riusiti davvero ad entrare in profondità in un contesto piccolo, ok, Juazeiro e Petrolina […] la scelta di stare in una piccola media città e viversela cercando di conoscerla è stato davvero importante. Mi sono permessa., grazie al programma Intereurisland, di fare un lavoro non superficiale, di comunità molto, molto bello.” (C. Equipe 2021, focus group finale).
 
Grazie equipe Bea&Intereurisland 2021, grazie di Cuore perchè, nonostante questo periodo molto particolare di vostra permanenza qui, avete saputo ‘incarnare’ questa ‘immersione nel contesto locale’ sin dai primissimi giorni, arrivando addirittura a conoscere persone, enti, luoghi, locali, progetti e programmi, che poi avete presentato al coordinatore e che … lui stesso non conosceva.
E un grazie di Cuore alle persone dei diversi enti che, rispettando le indicazioni in merito alla prevenzione e scegliendo un approccio di incontro, dialogo e relazione, hanno reso possibile ogni attività.
 
Nicola Andrian
 
L’equipe 2021 nella nuova sede dell’ufficio Bea&Intereurisland in Juazeiro-BA

Immergendosi nel contesto di accoglienza – esperienze di GloCal Service Learning in tempo di pandemia

L’equipe 2021 in visíta alla Pastoral da Mulher, Juazeiro-BA.
 
Immergersi, oltre a voler dire “Entrare completamente in un liquido o in una sostanza semiliquida”, significa, anche: “[…] addentrarsi in qualcosa, inoltrarsi […] sprofondare, darsi completamente o dedicarsi con assiduità.” (Vocabolario Il Nuovo De Mauro).
Per il Treccani può significare anche: “[…] penetrare in un ambiente, in uno spazio, ecc., in modo da esserne interamente avvolto.”

Il conoscere profondamente il contesto (straniero) di accoglienza è uno dei processi ritenuti più importanti e significativi per l’esperienza di scambio interculturale proposta sia dal Progetto BEA che dal programma Intereurisland. Un processo che inzia, di fatto, sin dal primo contatto fra studentesse(i) e/o volontarie(i) e il coordinamento ancora nel proprio paese (nella fase pre-partenza) e che finisce solo alla chiusura di ogni attività, al rientro dalla mobilità (a volte non si chiude nemmeno a questo livello). Si ritiene di grande importanza anche e soprattutto nell’approccio GloCale alle esperienze di Service-Learning vissute nel periodo di mobilità.
Quest’anno, 2021, il processo di immersione nel contesto brasiliano si è sviluppato nell’alternanza fra attività virtuali, a distanza e attività in presenza, seguendo i protocolli e le procedure di prevenzione COVID-19, determinati dai diversi enti nei/con i quali si sono realizzate queste attività.
 
Incontro di benvenute/o con docenti del PPGESA – DCH III, UNEB.

 

Nello specifico, tutte le attività di studio con il programma di Mestrado PPGESA, del Dipartimento di Scienze Umane/DCH, Campus III, dell’Università dello Stato della Bahia/UNEB (l’università di accoglienza), si sono realizzate a distanza e sono iniziate ufficialmente con un incontro di ‘Benvenute(o)’, organizzato da docenti del Gruppo di internazionalizzazione accademica, del PPGESA e della direzione del DCH III, UNEB, realizzato quando l’equipe era ancora fisicamente in Italia. (Le Prof.sse Edilane C.T. e Marcia G.S. e i Prof. Josemar Pinzoh, Edmerson S.R. e Nicola A.).
 

Incontro con la Prof.ssa Barbara Cabral UNIVASF e RMSM.

Fra il periodo pre-partenza e la mobilità, si sono realizzate a distanza anche altre attività di formazione e presentazione di alcune delle realtà con le quali sia il Progetto BEA che il programma Intereurisland collaborano per la realizzazione dei progetti di Service-Learning. Una di queste è il Programma di Residenza Multiprofessionale di Salute Mentale/RMSM, vincolato all’Università Federale/UNIVASF, atraverso il quale si rendono possibili attività specifiche nei diversi Centri di accoglienza psico-sociale/CAPS, delle città di Petrolina-PE e Juazeiro-BA.

 
Equipe Bea&Intereurisland 2021 all’arrivo a Petrolina

 

 
L’esperienza di mobilità fisica ha avuto inizio a partire dal giorno 18 settembre, data di arrivo dell’equipe Bea&Intereurisland 2021 all’aeroporto di Petrolina-PE (l’equipe, come ogni anno, è costituita da studentesse/i UNIPD ed eventuali volontarie/i in mobilità in Brasile attraverso il Progetto BEA e il programma Intereurisland).

 
 
 
 
Durante il primo periodo in Brasile (nelle città di Juazeiro-BA e Petrolina-PE) il Progetto BEA e il programma Intereurisland prevedono le visite di conoscenze in tutti gli enti partner della rete locale, che si rendono disponibili ad accogliere studentesse(i) italiane(i) per le attività pratiche dei progetti di Service-Learning (i tirocini).

Approfondendo dal punto di vista teorico l’esperienza della Pastoral da Mulher, Juazeiro

 

Mantenendo fede all’impegno preso durante l’ultimo weekend formativo pre-partenza (si veda il post specifico:  http://intereurisland.blogspot.com/2021/08/como-posso-alfabetizzarmi-con-lalfabeto.html), si è cercato sin dai primissimi momenti di rispondere concretamente alla domanda che ci si era posti, a seguito di un gioco di ruoli e lo spunto formativo di Paulo Freire: Come possiamo alfabetizzarci con l’alfabeto di chi ci accoglie?
 

Visita alla FUNASE CASEM (semilibertà), Petrolina-PE

 

Immergersi nel contesto di accoglienza, sentendosi interamente avvolti e sviluppando la capacità di osservare, ascoltare e chiedere, permette di acquisire nuove conoscenze e/o approfondire, incrementare conoscenze esistenti (sapere), sperimentare (saper fare), uscire dalle proprie zone di conforto e ‘mettersi in gioco’ dal punto di vista professionale e anche personale (saper essere) e creare e sviluppare legami, relazioni sia con colleghe(i) dell’equipe che con le tantissime persone che si incontrano negli ambiti del programma (università e comunità) sia casualmente nella vita di tutti i giorni (sapere vivere assieme).
 

Visita alla SEDES, Juazeiro-BA
 
 
 

“Io sto apprezzando moltissimo la possibilità di scoperta, di andare al CAPS o alla FUNASE e proprio avere l’opinione di un esperto, di una persona che ci lavora, che capisce la situazione e che ti descrive, ti parla, ti racconta la situazione e … ti fa entrare […]” (V. Equipe 2021 – Focus gruop a fine del primo mese di mobilità).

Questo incremento di saperi (che fanno riferimento ai quattro pilastri della formazione secondo il Rapporto Delors: “Nell’educazione un tesoro”, UNESCO, 1996) in un contesto culturale diverso da quello di origine, ha un ulteriore e interessante aspetto che scaturisce dalle riflessioni sull’esperienza di chi ne è direttamente coinvolta(o).
 
 
Quest’anno, per una serie di ragioni sempre vincolate al particolarissimo periodo (dettato dalle misure di prevenzione e contenimento della diffusione del COVID-19), le scelte degli enti di tirocinio sono state prese da ogni singola(o) studentessa(e) solo a seguito del periodo iniziale di visite e questo si è rivelato un approccio significativo che si è deciso di adottare anche per i prossimi anni. Ci si è resi conto, infatti, che alcune percezioni, sensazioni e riflessioni si sviluppano solamente dopo esserci state(i) fisicamente ed aver incontrato le persone che ci lavorano o che sono accolte da quella specifica realtà.

 

Visita alla FUNASE CENIP, Petrolina

“Mi sta piacendo molto il fatto di conoscere tutte queeste realtà in cui c’è finalmente un’applicazione della psicologia perchè mi sta tornando anche un po la fiducia nella psicologia. […] anche se non è il contesto italiano, siamo molto fortunati di conoscere delle realtà nelle quali c’è un’applicazione della psicologia e […] si parla di cos’è la salute mentale.” 

“Ringrazio questo tempo molto dilatato in cui abbiamo esplorato molte delle realtà di salute mentale di Petrolina e Juazeiro, perchè mi ha permesso di capire che alcune cose non mi interessano proprio.”  (A. e A. Equipe 2021 – Focus gruop a fine del primo mese di mobilità)
 
L’accorgersi che molto di ciò che si sta imparando, per esempio, non lo si conosce in merito al proprio contesto e il desiderio, quindi, di approfondirlo al rientro dall’esperienza di mobilità.
“Ogni tanto penso a quanto non so dell’Italia!” (Equipe 2021, focus group finale).

  
“Mi sembrava che ci fosse questo dislivello incolmabile fra come si svolge la (mia) quotidianità in Italia e come si svolge la quotidianità qua. […] quelle cose che sai che esistono ma che non senti davvero che esistono perchè non le hai mai viste. All’inizio io ho pensato – Io vengo qua per fare cosa? […] mi sembrava che avessi potuto solo imparare come all’università … apprendo poi però non so lavorare come una psicologa. Ora invece sto iniziando a vedere anche punti di incontro […] si è vero che ci sono delle differenza ma questo non vuol dire che (oltre ad imparare) non possa fare qualcosa di utile.” (Equipe 2021 – Focus gruop a fine del primo mese di mobilità)

Suonando il violino al CAPS II, Petrolina
Addentrarsi nel nuovo contesto non è un processo ‘neutro’, nel quale la(o) studentessa(e) mantiene una distanza dagli avvenimenti e dalle persone. Al contrario, è un processo durante il quale, naturalmente, quasi per osmosi, inizia una sorta di contaminazione mutua, di incontro e dialogo alla pari fra soggetti portatori di valori, abitudini, conoscenze, credenze, insomma … di culture, diverse da loro. Ecco perchè, infatti, a noi piace sempre pensare e riferici al fatto che si vivono incontri fra persone portatrici di culture diverse e non di incontri fra diverse culture.
Grazie a questo approccio, inoltre, queste esperienze di mobilità internazionale (dal Progetto BEA al programma Intereurisland) chiedono a chi è coinvolto di mettere in gioco le proprie conoscenze, capacità e competenze ma non solo, anche i propri interessei, desideri e passioni.
 
 

laboratorio di malabarismo allla FUNASE CASE

 

 
Si, interessi e passioni grazie alle quali ognuna(o) di noi ha un background significativo che, prima o poi, esce allo scoperto, viene raccontato, condiviso, messo in scena e ‘vissuto’, incrementandosi di nuove esperienze. Interessi e passioni che, dall’altra parte, nascono e fioriscono proprio grazie a questa immersione e contaminazione reciproca.
Un esempio straordinario di quest’anno sono stati gli interessi e le passioni specifiche per Teatro e malabarismo, Violino Graffiti e … la Capoeira, che hanno fatto si che si sviluppassero esperienze meravigliose di dialogo interculturale, contaminazione reciproca e Service-Learning nella sua essenza più profonda e significativa.
 
 
 
L’immersione nel contesto locale è un processo che si sviluppa fino alla fine dell’esperienza di mobilità. Ne è testimonianza il fatto che le reti di relazioni si sviluppano, si intrecciano con reti esistenti, con persone e istituzioni che sono già parte del progetto da anni.

L’equipe alla FUNASE CASE, al laboratorio di graffiti e murales

 

Le esperienze sono sempre più radicate nel territorio e ogni singola/o studentessa/e vive profondamente l’essere parte di questo contesto, nel quale lei/lui, comunque, sono ‘gli stranieri’.
 

Alessio L. participando ad un tavolo di discussione durante l’evento scientifico X WECSAB, DCH III, UNEB.

Il contesto riserva sempre alcune esperienze ‘sorpresa’ ad ogni equipe e così è stato anche quest’anno. Una di queste, sicuramente, è stata l’invito ad un incontro con un gruppo Scout di Petrolina, che ha permesso al gruppo di vivere un pomeriggio completamente diverso e assolutamente inaspettato.
 
L’incontro con un gruppo Scout di Petrolina-PE

Nel periodo di mobilità, sia il BEA che Intereurisland prevedono un fine settimana prolungato a disposizione per un’uscita di visita o ad una delle Capitali Recife o Salvador, rispettivamente degli Stati del Pernambuco e della Bahia, o di immersione in uno dei diversi contesti naturali meravigliosi che la Regione Nord Est offre.
Quest’anno la scelta si è indirizzata verso il parco naturale della Chapada Diamantina, nel Cuore della Bahia, che, per alcune sue caratteristiche e meraviglie uniche è ad un passo dall’essere coinsiderata patrimonio mondiale dell’UNESCO.
 
“E’ stata un’esperienza veramente ricca, prima di tutto pensando a quanto noi siamo stati immersi in tante, tante cose, non solo nel tirocinio e non solo a livello accademico. […] il senso di stare nel locale e vivere la quotidianità per me è stato importantissimo. Raccontando l’esperienza mi sono resa conto di quanto […] è stato bello che siamo riusiti davvero ad entrare in profondità in un contesto piccolo, ok, Juazeiro e Petrolina […] la scelta di stare in una piccola media città e viversela cercando di conoscerla è stato davvero importante. Mi sono permessa., grazie al programma Intereurisland, di fare un lavoro non superficiale, di comunità molto molto bello.” (C. Equipe 2021, focus group finale).
 
Grazie equipe Bea&Intereurisland 2021, grazie di Cuore perchè avete saputo ‘incarnare’ questo approccio di immersione nel contesto locale sin dai primissimi giorni, arrivando addirittura a conoscere, persone, enti, luoghi, locali, progetti e programmi che avete prresentato al coordinatore che … lui stesso non conosceva.
Nicola Andrian
 
L’equipe 2021 nella nuova sede dell’ufficio Bea&Intereurisland in Juazeiro-BA

II Cyber Incontro internazionale di studenti universitari – Intereurisland & Scholas Chairs: Dialoghi e conflitti interculturali fra il locale e il globale

II Cyber incontro internazionale di studenti(esse) universitari(e) Intereurisland & Scholas Chairs

Dialoghi e conflitti interculturali – fra il Locale e il Globale

L’evento si realizzerà il 17 novembre 2021 (Giorno internazionale dello studente universitario) e farà parte del X WECSAB – PPGESA, DCH III / UNEB

Link: Início | X WECSAB (wixsite.com)

A brevissimo inseriremo le informazioni dettagliate e il link per l’iscrizione.

Grazie

Commissione organizzatrice X WECSAB & II Cyber incontro

Como posso alfabetizzarmi con l’alfabeto di chi incontro ed è ‘diverso’ da me? Weekend formativo residenziale, in cammino con Paulo Freire

Canyon & Bivacco 22, 23 agosto 2021, ultima tappa del percorso formativo pre-partenza per esperienze di mobilità in Brasile – Equipe 2021, Progetto BEA e programma di ricerca e scambi Intereurisland (Bea&Intereurisland).

In cammino verso il Bivacco

Nell’atto del camminare, ad ogni passo, il nostro corpo perde l’equilibrio trovato per raggiungerne uno nuovo. Appoggio dopo appoggio, in una continua alternanza fra momenti di stabilità (conforto) e momenti di passaggio, di ‘perdita’ di questa stabilità, ci si muove a volte anche senza la consapevolezza che è proprio questa continua alternanza la chiave necessaria per ‘spostarsi ‘ verso la destinazione … che in portoghese chiamiamo ‘destino’.

Questa è una metafora che ci piace molto per condividere l’approccio formativo di questa due giorni residenziale, che ci ha visti in cammino sotto tanti punti di vista, verso il nostro ‘destino’ della partenza per Petrolina e Juazeiro, in Brasile.

Il gruppo delle tecniche

La tematica centrale che abbiamo affrontato e approfondito è stata quella del dialogo interculturale. Nello specifico, la giornata di domenica ci ha visti impegnati (in un contesto naturale meraviglioso che si è prestato perfettamente alle attività in programma … il Canyon) nel gioco di ruolo ‘Il ponte di Mostar‘ (E. Euli E., Soriga A., Sechi P.G., Puddu S., 1995), rivisto e adattato dall’equipe formativa.

L’attività, nella sua proposta originale, ha lo scopo di far “sperimentare le sensazioni che si possono provare incontrando un mondo culturale diverso e completamente nuovo, anche quando le abitudini appaiono ai nostri occhi ingiuste, arretrate e crudeli.”. Per raggiungere questo obiettivo formativo, il gruppo è stato diviso ed è stata proposta l’interazione fra la popolazione di un villaggio (molto ‘isolato’ in un determinato territorio montano) e un gruppo di tecnici/he (ingegneri, geometri/e etc) che vengono invitati dal governo della Valle ad interagire con la popolazione del villaggio, sia per raccogliere informazioni di matrice antropologica e sociale sia per offrire consulenze per la ricostruzione di un ponte abbattuto da una guerra.

Incontro e (non)dialogo con la comunità montana

 

 

Le diverse usanze/costumi/abitudini culturali e sociali dei due gruppi hanno creato le condizioni per un incontro e un (non)dialogo’ fra i due gruppi che ha portato i partecipantii ad uscire dalle loro zone di confort, a ‘muoversi’ verso le(gli) altre(i) in modo non scontato, non ‘normale’, non lineare ma … molto più consapevole dei limiti, delle barriere di ciò che troppo spesso si da per scontato, è cioè la capacità personale e del gruppo di incontro e dialogo con altre(i).

 

Il cerchio finale di riflessione su quanto vissuto è stato il Cuore della giornata ed ha racchiuso in se il potenziale formativo che ha permesso di far crescere e maturare la consapevolezza innanzi tutto in merito ai limiti, alle barriere, alle criticità che esistono e si creano quando si da per scontato di essere capaci e pronti alla relazione.

Attraverso la riflessione, però, è stato possibile anche far emergere atteggiamenti, attitudini, strategie, nuovi cammini che possono portare ad una relazione ‘autentica’, non violenta, di vero dialogo con chi è ‘diverso’ da noi. E questo si è trasformato nel momento formativo per eccellenza, seguendo un approccio che l’equipe di coordinamento Bea&Intereurisland ha scelto in modo specifico quest’anno: il riferimento, la ri-lettura e ri-proposta del pensiero, della proposta politico-pedagogica e della praxis del grande pedagogista brasilaino Paulo Freire. Quali migliori spunti, allora, proprio quelli da lui proposti in merito alla continua antitesi fra dialogo e anti-dialogo?

Nel cerchio formativo di chiusura dell’attività, quindi, a seguito di un primo giro di condivisione, si è aperta la discussione attraverso uno spunto formativo e una questione, alla quale si è cercato di rispondere basandosi su sensazioni, emozioni e azioni sperimentate durante la dinamica ma anche sul vissuto di ogni partecipante. 

Lo spunto formativo:

Esperienza (proposta da Camilli durante una LIVE del Circulo di Cultura Paulo Freire del DCH III, UNEB) dell’incontro del pedagogista brasilano Freire con giovani universitari in Pelota, in occasione di un incontro del Movimento sem Terra (MST). Durante questo incontro, “gli studenti gli hanno chiesto: ‘Noi vogliamo molto andare negli insediamenti (assentamentos) dei Sem Terra e aiutare alla loro alfabetizzazione. Lei cosa ci può dire?’ E lui – Paulo F. – risponde: “Guardate bene miei giovani. La prima cosa è andare lì e alfabetizzarsi con il loro alfabeto. Loro hanno un proprio alfabeto. Non andate lì a portare quello che voi sapete, quello che avete imparato nei libri, andate lì a comprendere e imparare quello che loro, l’MST, sa.”.

Quale messaggio più profondo e significativo potrebbe essere condiviso con studentesse(i) in formazione per un’esperienza di scambio??

La questione:

“Quali strategie, atteggiamenti, capacità, competenze possiamo scegliere e mettere in atto/utilizzare per cercare di ‘alfabetizzarci con l’alfabeto di chi è diverso da noi e che incontreremo in quesa esperienza di mobilità in Brasile?”

La ricchissima condivisione di riflessioni ci regala degli spunti che approfondiremo dal punto di vista teorico e pratico lungo tutto l’arco di tempo dell’esperienza di mobilità in Juazeiro-BA e Petrolina-PE, in programma da metà settembre a metà dicembre di quest’anno.

Una prima indicazione è quella di osservare

Paulo Freire e il Teatro dell’Oppresso – Settimana estiva intternazionale, 20 – 25 luglio 2021, Tiggiano, Puglia

 “Nessuno educa nessuno, nessuno si educa da solo, gli uomini (e le donne) si educano insieme, con la mediazione del mondo” (Paulo Freire)

Come equipe di coordinamento del programma Intereurisland e del Progetto BEA (Bea&Intereurisland) sperimentiamo costantemente, attraverso esperienze concrete, il valore della formazione, dello scambio e dell’arricchimento reciproco a tutti i livelli. Riteniamo, infatti, che sia profondamente significativo quel continuo de-costruire e ri-costruire, perdere e ritrovare equilibrio, uscire e ri-entrare in nuove zone di conforto in merito alle linee guida, alle fondamenta teoriche e pratiche e agli approcci metodologichi che poi ci permettono di pianficare, realizzare, riflettere su per ri-pianificare, etc, le diverse attività progettuali.

In virtù del centenario della nascita del grande pedagogista brasiliano Paulo Freire (nominato patrono dell’educazione/istruzione brasiliana nel 2012), quest’anno ci si sta focalizzando sulla rilettura della sua proposta politico-pedagogica e della sua Praxis. Una rilettura che ci permette di ri-pensare, ri-costruire e trasformare le esperienze formative in merito al dialogo (anti-dialogo) interculturale e allo sviluppo della gestione partecipata territoriale, vissute attraverso il programma Intereurisland e il BEA.

Quale migliore occasione, allora, per sperimentare mettendosi in gioco a 360°, la proposta dell’Istituto Paulo Freire Italia (https://paulofreire.it/), della settimana estiva internazionale realizzata a Tiggiano, Puglia, dal 20 al 25 luglio, 2021.

Apertura della Settimana Estiva, Comune di Tiggiano, 21 Luglio 2021

Presentazione della settimana (Materiale divulgativo Istituto Paulo Freire)

1921-2021: i cento anni dalla nascita di Paulo Freire sono una nuova occasione per riflettere sul pensiero del pedagogista brasiliano, e riscoprire-attualizzare le sue linee di intervento attraverso le matrici di coscientizzazione, di emancipazione, di educazione come pratica di libertà. In un momento storico di nuovi analfabetismi e divari sociali ed economici, il lavoro diviene ancora una questione antimonica, tra democrazia e sviluppo umano da una parte e sfruttamento ed esclusione dall’altra. L’Istituto Paulo Freire Italia propone la Summer in un luogo geografico come la Puglia dove coesistono progettualità di innovazione sociale trasformativa di nuove ri-partenze e drammatiche condizioni di sfruttamento e di svalutazione della vita umana.

Comitato scientifico

Piergiorgio Reggio, Moacir Gadotti, Silvia Manfredi, Giuseppe Annacontini, Stefano Pasta, Massimiliano Bozza, Julian Boal, Raffaele Bruno, Piergiuseppe Elleran

Il programma realizzato

Cinque giornate intense, profonde e molto significative di interazione, conoscenza reciproca, scambio e approfondimento teorico e pratico del pensiero e della proposta di Paulo Freire e del Teatro dell’Oppresso.

Un momento del laboratorio di Teatro dell’Oppresso

Il contesto nel quale si è realizzata la settimana estiva è stato un importante ‘valore aggiunto’ per poter conoscere, anche se solo superficialmente, alcune realtà ‘forti’, di ‘frontiera’, nella continua antitesi fra umanizzazione e disumanizzazione, oppressione e liberazione, che alcune comunità del Salento (Puglia) si trovano a vivere e gestire nelle loro quotidianità.

L’alchimia creata dall’intreccio di relazioni fra lo staff, le diverse partecipazioni esterne ed il gruppo di partecipanti, grazie alla continua alternanza di momenti di dialogo (formali e informali), laboratori, narrazioni e proposte nate in itinere (le sorprese dei laboratori non programmati di Acro-Yoga e Forró), il mare, le musiche e i balli, hanno permesso di vivere un’esperienza di relazione di rara profondità e altezza … perchè, come ci suggerisce Raimon Panikkar, il cammino più breve (tra due persone, due cuori) passa per le stelle. 

Un grazie speciale allo Staff dell’Istituto Paolo Freire Italia, nelle persone della Presidentessa, Prof.ssa Silvia Maria Manfredi, del Vice presidente Prof. Piergiorgio Reggio e di Patrizia Magliano, ai conduttori del laboratorio di Teatro dell’Oppresso, Luciana Talamonti e Massimiliano Bozza, al Prof. Piergiuseppe E. Unisalento, ad ogni partecipazione esterna che ha contribuito a rendere altamente ‘formativa’ questa esperienza e a voi, Teresa L., Francesca A., Silvia P., Teresa S., Giuseppe, Mara e Andrea per avere reso ‘unica’ questa esperienza.

La settimana estiva si è conclusa con il desiderio di nutrire e far crescere le relazioni e i vincoli che si sono creati e riflettere su possibili collaborazioni su diversi fronti, mantenendo come filo rosso, che unisce e crea ‘senso’, il desiderio di ripensare costantemente la proposta politico – pedagogica di Paulo Freire nei diversi contesti e nelle diverse progettualità che si potranno mettere in atto.

Un momento della serata finale

 

Un appuntamento concreto che potrà segnare l’inizio di una relazione con l’Istituto Paulo Freire Italia sarà, sicuramente, il X Workshop Nacional de Educação Contextualizada para Convivência com o Semiárido Brasileiro (WECSAB), organizzato dal programma di Mestrdo in Educazione, Cultura e Territori Semiaridi (PPGESA), del Dipartimento di Scienze Umane (DCH), Campus III, UNEB, che si realizzerà dal 16 al 19 novembre 2021 (on-line).

Dandoci un primo appuntamento per questa occasione, ci auguriamo buon cammino a tutte e tutti noi.

Nicola Andrian

Paulo Freire e il Teatro dell’Oppresso – Settimana estiva di approfondimento teorico e pratico – Tiggiano, Luglio 2021

 “Nessuno educa nessuno, nessuno si educa da solo, gli uomini (e le donne) si educano insieme, con la mediazione del mondo” (Paolo Freire)

Come equipe di coordinamento del programma Intereurislad e del Progetto BEA (Bea&Intereurisland) crediamo e sperimentiamo costantemente, attraverso l’esperienza diretta, il valore della formazione, dello scambio, dell’arricchimento reciproco. Riteniamo che sia profondamente significativo quel continuo de-costruire e ri-costruire, perdere e riconquistare equilibro, uscire e ritrovare nuove zone di conforto in merito alle linee guida, alle fondamenta teoriche e pratiche e alle scelte metodologiche che poi ci permettono di pianficare, realizzare, riflettere su, le diverse attività progettuali.

Questa estate ci si è focalizzati sulla proposta del Teatro dell’Oppresso e sulla rilettura del grande pedagogista brasiliano Paulo Freire (Patrono dell’Educazione brasiliana), in modo particolare per quanto riguarda il dialogo interculturale e lo sviluppo e la gestione partecipata della comunità.

L’occasione è arrivata dalla proposta dell’Istituto Paulo Freire Italia, con la Settimana Estiva realizzata a Tiggiano, Puglia, dal 20 al 25 luglio 2021.

Apertura della Settimana Estiva, Comune di Tiggiano, Luglio 2021

Presentazione della settimana

1921-2021: i cento anni dalla nascita di Paulo Freire sono una nuova occasione per riflettere sul pensiero del pedagogista brasiliano, e riscoprire-attualizzare le sue linee di intervento attraverso le matrici di coscientizzazione, di emancipazione, di educazione come pratica di libertà. In un momento storico di nuovi analfabetismi e divari sociali ed economici, il lavoro diviene ancora una questione antimonica, tra democrazia e sviluppo umano da una parte e sfruttamento ed esclusione dall’altra. L’Istituto Paulo Freire Italia propone la Summer in un luogo geografico come la Puglia dove coesistono progettualità di innovazione sociale trasformativa di nuove ri-partenze e drammatiche condizioni di sfruttamento e di svalutazione della vita umana.

Comitato scientifico

Piergiorgio Reggio, Moacir Gadotti, Silvia Manfredi, Giuseppe Annacontini, Stefano Pasta, Massimiliano Bozza, Julian Boal, Raffaele Bruno, Piergiuseppe Elleran

Il programma realizzato

Cinque giornate intense, profonde e molto significative in merito di interazione, scambio e conoscenze mutue e di approfondimento teorico e pratico del Teatro dell’Oppresso mantenendo  come filo conduttore il desiderio di rileggere il pensiero e la praxis di Paulo Freire.

Un momento del laboratorio sul Teatro dell’Oppresso

Il contesto nel quale si è realizzata la settiamana estiva è stato di grande significato per poter conoscere, anche se solo in forma molto superficiale, alcune realtà ‘forti’, di ‘frontiera’, che le comunità del Salento si trovano a vivere e gestire nella quotidianità.

L’alchimia creata dall’intreccio di relazioni fra lo staff, le diverse partecipazioni esterne ed il gruppo, fra le attività dei dialoghi, dei laboratori e delle narrazioni, fra le sorprese dei laboratori non programmati di Acro-Yoga e Forró, il mare, le musiche e i balli hanno permesso di vivere un’esperienza di relazione di rara profondità e altezza … perchè, come ci suggerisce Raimon Panikkar, il cammino più breve (tra due persone, due cuori) passa per le stelle. 

Un grazie speciale allo Staff dell’Istituto Paolo Freire Italia, nelle persone della Presidentessa, Prof.ssa Silvia Maria Manfredi, del Vice presidente Prof. Piergiorgio Reggio e di Patrizia Magliano, ai conduttori del laboratorio sul teatro dell’oppresso, condotto da Luciana Talamonti e Massimiliano Bozza, al Prof. Pierluigi UniSalento e a tutte e tutti i partecipanti.

La Settimana estiva si è conclusa con il desiderio di collaborare su diversi fronti, mantenendo come filo rosso, filo conduttore, il desiderio di ripensare costantemente la proposta pedogico – politica di Paulo Freire nei diversi contesti e nelle diverse progettualità che si potranno mettere in atto.

Un appuntamento concreto che segnerà l’inizio di un possibile vincolo fra il Dipartimento di Scienze Umane, Campus III, dell’Univeristà dello Stato della Bahia UNEB e l’Istituto Paulo Freire Italia sarà il X WECSAB, organizzato dal programma di Mestrdo PPGESA, del DCH III, UNEB  e che si realizzerà dal 16 al 19 novembre 2021.

Ci diamo appuntamento per questa occasione e ci auguriamo buon cammino a tutte e tutti noi.

Nicola Andrian

Intereurisland From Local to Global – Proyecto de intercambio estudiantil para una red mundial

Intereurisland From Local to Global – Proyecto de intercambio estudiantil para una red mundial .
Presentazione/apresentação della proposta della rede mondiale: oggi, 08.07.2021 – ore 15.30 (Madrid – Roma) – 10.30 (Brasilia)
Link Youtube presentazione dal vivo/ao vivo: https://www.youtube.com/watch?v=N36RjZOIzbk
 

 Foto: equipe Intereurisland 2021, Madrid – VI Congresso SCHOLAS CHAIRS, in formazione pre-partenza per l’esperienza di scambio con il DCH III UNEB e comunità, Bahia, Brasile.

VI International Scholas Chairs Congress – Il ruolo dell’Università nel Patto Educativo Globale, Madrid 5 – 8 luglio 2021

Mancano pochi giorni all’inizio del VI Congresso Internazionale delle Cattedre Scholas

Il ruolo dell’Università nel Patto Educativo Globale

 (5 al 8 de julio de 2021 – Universidad San Pablo CEU, Madrid, España)

Link ufficiale del sito: VI Congresso Internazionale delle Cattedre Scholas

Coloro che non si sono registrati come partecipanti attivi potranno seguire l’evento attraverso il Canale Facebook di Scholas in streaming.

Lo scopo del Congresso delle Cattedre di Scholas è quello di riunire rappresentanti universitari e accademici che sono membri del Programma delle Cattedre di Scholas e personalità del mondo religioso, diplomatico e governativo al fine di generare opportunità di cooperazione e apprendimento in merito all’educazione come strumento principale per il cambio sociale.

L’obiettivo finale delle diverse presentazioni (tavole rotonde, interventi, workshop, poster, incontri etc) è generare una cooperazione concreta su esperienze e casi di studio di successo che possano servire come modelli da applicare in diverse realtà. 

In questo senso, il Congresso aderisce all’invito di Papa Francesco a rinnovare e rilanciare le istituzioni universitarie verso un modello impegnato nella crisi antropologica e socio-ambientale in un processo di “uscita”, al di là delle sue mura.

Programma: Il Congresso è organizzato attorno a vari workshop e attività, forum, presentazione di esperienze e dialoghi (Si veda la programmazione completa nel sito)

Mercoledì 7 Luglio, nella Tavola rotonda di eseprienze da condividere a partire dalle 15.15 verrà presentata la nuova proposta:

Intereurisland. From local to Global. Proyecto de intercambio estudiantil para una red mundial

Una condivisione della proposta di aprire ad una rete mondiale l’esperienza pluriennale di scambi e ricerca fra la UNEB, Brasile e la UNIPD, Italia.

Il VI Congresso è parte integrante del percorso formativo di studentesse e studenti UNIPD che si stanno preparando per l’esperienza di scambio in Brasile. L’equipe Intereurisland 2021, quindi, parteciperà in modo presenziale e attivo al Congresso.

Presentazione al V Congresso Scholas Chairs New York 2019 – Materiale Scholas Chairs

Il VI Congresso Scholas ospiterà il III Incontro internazionale di studenti universitari del programma SCHILAS CHAIRS e del progetto di scambi INTEREURISLAND From Local to Global.

I incontro internazionale di studenti universitari – Castel Gandolfo, 2018 – Materiale Scholas &Intereurisland

Che sia un congresso significativo, che ci permetta realmente di condividere, di approfondire, di divulgare e diffondere pratiche e riflessioni come contributi al Patto Educativo Globale.

Nicola Andrian

Além do grande Mar – Al di la del grande Mare … connessioni e attimi di ‘infinito’ oltre ogni distanza, ogni confine

Un mazzettino di cartoline, scritte con la lingua del Cuore, vola alto alto, oltre l’Oceano … il grande Mare.

 

Non sono semplici cartoline … sono la gioia e la commozione di un dono, creato e ricevuto, una semplice testimonianza dell’esistenza di una connessione che va oltre ogni distanza, luogo, tempo, età e cultura. La connessione del Cuore, dei gesti d’Amore, della Vita che interseca le anime di tutti.

Da una parte hanno il disegno di un cielo stellato, dall’altra poche parole e la firma di bambine e bambini del centro estivo del Parco Buzzaccarini a Monselice (PD). Sono partite proprio dal parco e sono dirette a Juazeiro, nello Stato della Bahia, in Brasile, nella casa di accoglienza di bambine e bambini tolte(i) dai rispettivi contesti famigliari perchè vittime di maltrattamenti, di violenza a volte di abusi.

Oggi vi raccontiamo, a più voci e mani, un po della storia di questo viaggio.

“Venerdì 31 Luglio 2020 noi del centro estivo al Parco Buzzaccarini siamo partiti per una passeggiata notturna verso il nostro amatissimo Montericco, attrezzati con torce, scarponi e qualche spuntino energetico, a caccia di costellazioni e con la speranza nel cuore di vedere delle stelle cadenti. Camminare di notte è meraviglioso! Si va all’avventura, alla scoperta di posti che ci sembrano sconosciuti in quanto abituati a vederli di giorno… i nostri sensi si acuiscono, sentiamo rumori, percepiamo odori e cerchiamo di farci aiutare dalla Luna a vedere dove stiamo andando. Tutto questo arricchito con letture animate, lezioni di astronomia e con la presentazione del progetto delle CARTOLINE.

Uno dei tanti progetti che abbiamo particolarmente a cuore e siamo onorati di averlo portato a termine grazie ai nostri amici educatori Elena Lionello, Nicola Andrian ed Elisa Sartori. In cosa consiste il progetto? Abbiamo pensato di spedire una cartolina dell’Ercole (Montericco) dall’altra parte del mondo, in Brasile, per far vedere ad altri bambini il nostro paesaggio stellato, che è anche il loro, così da sentirci più vicini nell’infinità del cielo!

 

Loro non hanno mai visto i Colli Euganei, ma quando alzano il naso e guardano il cielo, sognano come noi. Queste cartoline non sono un semplice pezzo di carta con le nostre firme scritte sopra, sono un piccolo esempio che a mettersi per strada ci si incontra e sono cartoline che stanno lasciando il segno!

Per dare uno sfondo finale a questo desiderio, nella serata finale del centro estivo (8 settembre 2020) abbiamo avuto come ospiti coloro che ci hanno aiutato in questa avventura e si sono poi occupati della consegna di queste cartoline speciali, ovvero Elena e Nicola. Non solo ci hanno presentato la loro professione e le attività che svolgono durante l’anno, ma hanno spiegato con grande carisma a tutti i genitori il valore simbolico di tutto questo…

 

C’è una Connessione che va oltre ogni distanza, luogo, tempo, età, cultura ed è quella del Cuore, dei gesti d’Amore, della Vita che interseca le Anime di tutti.”

“E così, belle sicure nello zainetto di Nicola, le cortoline ‘prendono il volo’ verso il Brasile. Dopo due giorni di viaggio atterrano all’aeroporto di Petrolina, nello Stato del Pernambuco, attraversano il grande fiume ‘São Francisco’ e arrivano a Juazeiro.

La magia dell’incontro … anche a distanza, quell’alchimia che solo l’incontro fra dimensioni diverse può creare si fa sentire …

Nel giorno finale delle attività del tirocinio formativo di Elisa, le cartoline, finalmente, arrivano nelle Loro manine. Abbiamo chiesto loro di sedersi in cerchio, in mezzo alla sala e, tirandole fuori dallo zainetto, le abbiamo presentate: “Sono delle cartoline scritte da bambine(i) vostre(i) amiche(i) che vivono molto lontano … al di la del grande mare. Da un posto tanto tanto lontano.”. Le abbiamo lette e rilette più volte, ripetendo i nomi perchè loro, con gli occhi luminosi continuavano a chiedere …

“Tio (zio), cosa c’è scritto qui … e qui ..?” 

“Tio … come si chiama il mio amico .. la mia amica?”

“Ma davvero l’ha scritta per me?”

Che momento emozionante, così semplice e profondo … come l’altezza del cielo.

Questi attimi di ‘infinito’ ci ricordano che, soprattutto in questo periodo storico dove molte certezze si stanno sgretolando, c’è necessità di un cambio di coscienza che possa creare connessione profonda empatica, relazione fra Cuori… accordi tra persone, accordi tra saperi.

Più ci connettiamo con noi stessi, più siamo nel Presente. È qui che la saggezza si manifesta, è qui che connettiamo anche maggiori aspetti del nostro Essere Umani. Ed è in questo tipo di Spazio di rilassatezza naturale che siamo Apertura all’altro con Amore… Presenza libera e cor- aggiosa, cioè capace di rispondere saggiamente e in tempo reale a ciò che accade.

e ci chiediamo: “Da quale spazio di coscienza prendo questa scelta?”

“Dove sto cercando le risposte?”

“Cosa decido di essere? Chi decido di essere?”

Domande e risposte che possono aiutarci ad avvicinarci sempre più al nostro Cuore, a quella saggezza che nutre ed illumina la Vita, ci ricorda la Bellezza e ci infonde Energia.

Oggi più che mai ci viene chiesto di uscire dal nostro isolarci e di pensare con una responsabilità collettiva più grande… le relazioni vanno curate perché sono Vita, perché permettono la Vita.

Ogni istante è un mistero. Siamo insieme a tanti, affidarsi a questo istante e a questo abbraccio insieme ci aiuta ad ascoltare la Vita… Desiderare il bene di tutti, questo ci cura ed è Benessere.

“Ama ciò che è… perché non si smette mai di amare nella vita… e l’amore è la magia che trasforma la vita… rimanendo aperta al mistero con curiosità lasciandomi ispirare… sentendone la forza e godendone la bellezza… nell’invito ad aprire nuove frontiere.” (riflessione ispirata da un cammino di consapevolezza con Attilio Piazza)

Con la consapevolezza che la nostra Casa è il Cuore e il nostro posto è nel mondo… ovunque… e ci inchiniamo di fronte all’Esistenza, un Grazie vola in alto:

Grazie agli aiuti, dalla Vita e alla Vita… che sa di cosa abbiamo bisogno e di cosa essa stessa ha bisogno

Grazie soprattutto ai bambini di tutto il Mondo per essere Semi di Luce.

Claudia Trivellin, Sara Bortolami, Elena Lionello e Nicola Andrian