… alla Festa provinciale del Volontariato e della Solidarietà, in Prato della Valle a Padova
Una giornata all’insegna dell’incontro, del dialogo interculturale e del servizio gratuito, nella meravigliosa cornice del Prato della Valle, all’interno della Festa del Volontariato e della solidarietà del 2018.
Il Gruppo En.A.R.S. |
Si respira il mondo e il desiderio di sviluppare attività che provochino cambiamento, maturazione, sviluppo sostenibile. Un mondo, quello del volontariato, che, pur con i limiti e le difficoltà riscontrate, è in cammino, si muove.
Ci siamo come En.A.R.S., Enzima Attivo per Reti di Significati (www.enars.it ), con giochi realizzati con materiale di riciclaggio ..
e ci siamo come Progetto BEA, attraverso un incontro di condivisione dell’esperienza vissuta in Brasile dall’equipe 2018 e di formazione e orientamento per le prossime equipe (2018/2019 in partenza ad inizio di novembre di quest’anno e 2019 in partenza a fine luglio del prossimo anno).
Si parla anche di Service Learning, la proposta pedagogica adottata del progetto per lo svolgimento delle attività a Petrolina, Brasile), che propone alle studentesse e studenti coinvolte/i un cammino di formazione/apprendimento e di servizio solidale alla comunità.
Grazie a tutti … anche al Sole … e un grande Abbraccio …Volontario e Gratuito!!!
Nicola Andrian
PERCHÈ, COSA e DOVE? Report finale dell’esperienza di tirocinio formativo all’estero di Giacomo Longo FISPPA, UNIPD
(J.T.T.)
Un momento del laboratorio di Calcio a 5 alla FUNASE CASE di Petrolina-PE. |
Un incontro di orientamento e formazione pre partenza al CUR Rovigo, Italia, con la partecipazione delle studentesse brasiliane del DCH III UNEB, in mobilità. |
Piano piano durante il secondo anno di università questo mio desiderio ha preso vita attraverso la partecipazione a diversi incontri di orientamento e formazione pre-partenza sia all’università a Rovigo che nella sede dell’En.A.R.S., l’associazione di promozione sociale di Padova che promuove il Progetto BEA.
Alla fine ce l’ho fatta e … il pomeriggio del 2 aprile 2018 sono partito per il Brasile.
Il Fiume São Francisco e vista della Orla di Petrolina-PE |
Sono arrivato la notte del 04 aprile, stremato, e quella prima notte sono stato ospite, assieme alle mie colleghe e compagne di viaggio Beatrice A., Sara F. e Ludovica F., a casa di Allicia C., una delle due studentesse brasiliane che qualche mese prima avevano concluso il loro scambio in Italia attraverso la ricerca INTEREURISLAND.
La presentazione dei miei obiettivi formativi e una riflessione assieme, anche sulla base dei bisogni e delle necessità dell’ente in merito all’ambito educativo / ri-educativo, è uno dei momenti più delicati e significativi del ciclo del Service Learning che ho seguito per lo sviluppo delle diverse attività di tirocinio attraverso il Progetto BEA.
- Conoscere una nuova lingua e una nuova cultura;
- Acquisire conoscimento teorico e pratico sul metodo del “Service Learning’
- Tentare di intendere la complessità delle relazioni che svilupperò con gli adolescenti accolti nella “FUNASE Case” e farle crescere nel miglior modo possibile;
- Riconoscere i limiti presenti nel contesto e nella mia persona per permettere una migliore apertura mentale e un approccio empatico rispetto alle differenti situazioni;
- Migliorare le mie capacità di ascolto in ambito educativo per agevolare una migliore relazione educativa con gli adolescenti che incontrerò.
- Aumentare, sviluppare, acquisire nuove abilità e strategie educative e implementarle attraverso il mio tirocinio all’interno della “FUNASE Case”;
- Apprendere a lavorare con l’equipe tecnica presente dentro l’istituzione in modo tale da acquisire e aumentare abilità e competenze trasversali utili per il mio tirocinio e la mia probabile proposta di progetto personale.
Equipe Progetto BEA e INTEREURISLAND 2018 assieme ai coordinatori pedagogici del FUNASE CASE |
Nonostante questa sorta di ‘delirio mentale’ ho iniziato il mio tirocinio attraverso una prima fase di osservazione (osservazione partecipante) e conoscenza reciproca. Fra le diverse attività ho accompagnato il coordinatore pedagogico dell’ente nei colloqui settimanali con gli adolescenti accolti, ho partecipato sia alle lezioni nella scuola all’interno della struttura, affiancando i professori di diverse materie, che al corso pomeridiano di informatica e al laboratorio di musica.
La presentazione del ‘Laboratorio’ assieme al coordinatore pedagogico Ilson Borges |
Ricordo con lucidità il momento in cui ho presentato la mia attività di fronte a trentun ragazzi che mi ascoltavano. Ero molto agitato e mi ero preparato un piccolo discorso. Ricordo gli sguardi degli adolescenti, alcuni a bocca aperta, con le gambe che si muovevano, quasi pronti a partire subito con l’attività in campo. Ho chiarito loro che si sarebbe trattato di un vero e proprio allenamento e non solo di partite come eravamo soliti fare durante gli intervalli. Mi sembravano tutti estremamente convinti e pronti a iniziare.
Un momento del laboratorio di Calcio a 5 alla FUNASE CASE di Petrolina-PE. |
Sentivo di aver bisogno di altri 4 mesi, almeno, per riuscire ad ottenere qualche risultato ma mi sono accordo che, forse, stavo pretendendo troppo. In itinere, quindi, ho deciso di proporre un momento di riflessione con gli adolescenti per ridimensionare la proposta e trovare assieme un compromesso. Ho negoziato con loro rendendoli partecipi il più possibile e creando delle alleanze all’interno dei gruppi. Finalmente ha iniziato a funzionare e in particolare potevo vedere l’interesse da parte di molti di loro.
Alcuni di loro, infatti, avevano abbandonato il laboratorio e qualcuno, successivamente, era arrivato a chiedermi con insistenza di poter riprendere.
Li, infatti, dentro al campo da gioco, le regole erano uguali per tutti con nessuna eccezione e, credetemi, non è stato per niente facile considerando le forti relazioni che avevo instaurato con molti di loro. Tutto questo mi ha portato a riflettere in modo particolare sul concetto teorico e pratico del ‘limite’ nella relazione educativa.
Un momento della ‘Despedida’ |
Fra tutti loro, una ventina mi seguiva a ruota. Mentre sudavo, fra una pizza e l’altra, sentivo mille voci, sentivo il mondo girare, mi sentivo toccare, urlare nelle orecchie, vedevo sguardi pieni, occhi spalancati e sorrisi che non posso dimenticare. Ero soddisfatto, fiero di me e di loro e allo stesso tempo triste perché me ne stavo andando. Mi sentivo ‘vita’, felice e spensierato. Una felicità che non si prova molto spesso. Penso, infatti, che ci siano poche occasioni nella vita di sentirsi estremamente tristi ed estremamente felici nello stesso preciso istante e quel momento, per me, è uno di quelli che adesso è segnato nella mia storia personale.
La sensazione di storie di vite che si sono incrociate e che, molto probabilmente, non si incroceranno più. Ho la chiara percezione che ciò che porto con me è molto di più di un semplice tirocinio; è relazione, è felicità e tristezza, sconforto e soddisfazione, dolore e gioia, inizio e fine.
Giacomo Longo
Corso di Studio in Scienze dell’Educazione e della Formazione FISPPA, UNIPD, sede di Rovigo.
L’esperienza in Brasile; un viaggio verso me stessa – Report finale tirocinio formativo all’estero di Beatrice Aiello, FISPPA, UNIPD
Sono le 17.25 e dal finestrino vedo il sole infuocato nascondersi tra delle palme all’orizzonte, la sua luce è talmente calda che sento il suo calore sulla mia pelle.
Sommersa dalle sfumature rosse, gialle, azzurre e verdi; rivedo ciò che i miei occhi hanno visto in questi quattro mesi. I volti della gente per strada che chiacchiera, gli anziani seduti al bar a guardare il traffico e la gente che va di qua e di là, la musica che ho ascoltato, ballato e cantato; i profumi dei cibi tipici lungo la strada e nelle case di amici, i volti delle persone che ho conosciuto e gli odori di spezie nelle strade che solitamente percorrevo.
I tramonti vissuti a bocca aperta col cuore stretto, il cielo così azzurro e così vicino da riuscire a toccarlo, gli alberi e i fiori così particolari da lasciarmi stupita ogni volta e quella terra rossa e secca che ora sfugge sotto i miei piedi.
Sulle guance sento l’umido delle lacrime che mi scorrono giù fino al collo e una morsa al petto, come se una mano mi stringesse forte il cuore, subito mi scuote. Rimetto a fuoco l’immagine di quella terra rossa ricoperta da arbusti, palme e piante enormi, facendo di quel tramonto una foto impressa nei miei occhi.
Per tutta la mia permanenza in Brasile, mi è stata ripetuta molte volte una frase: “Voce está no Brasil, aproveita!”. Inizialmente non lo consideravo come un consiglio, ma anzi come una frase buttata là per smuovermi un po’. Ma col sommare delle persone che me la ripetevano ho capito che quella frase sarebbe divenuta la “mia frase”, e nei momenti di incertezza o paura l’avrei ripetuta a me stessa.
E così è stato, i momenti in cui non sapevo se fare o meno una cosa, mi fermavo e ripetevo: “Beatrice, sei in Brasile approfittane!”.
Ripetermi questa frase mi è stato di grande aiuto perché mi ha dato la voglia di mettermi in gioco ma anche di rimanere in disparte in alcuni momenti, di capire quali sono i miei limiti e le mie paure, ma più di tutto mi ha aiutata a capire le mie emozioni e anche a cambiare alcuni tratti del mio carattere.
Grazie ai momenti di vita quotidiana assieme all’equipe 2018, composta da Giacomo L., sempre del Progetto BEA, Sara F. e Ludovica F. della ricerca INTEREURISLAND e Nicola A., e grazie all’esperienza di tirocinio formativo svolto al FUNASE CASEM, ho potuto approfondire la comunicazione assertiva e, in particolare, l’osservazione e la gestione delle mie emozioni e sensazioni.
L’Equipe 2018 Progetto BEA e INTEREURISLAND e l’equipe tecnica della FUNASE CASEM, Petrolina. |
Il primo impatto, quando sono arrivata nell’unità, è stato molto forte. Durante i primissimi giorni ho provato delle sensazioni di insuccesso e insicurezza, dovute alla paura per il nuovo ambiente che ancora non conoscevo e per la nuova lingua che non mi permetteva di essere sicura nelle relazioni.
J. e M. sono due di loro con i quali ho legato di più all’inizio. Grazie a loro sono stata integrata nel gruppo, riuscendo a ‘conquistare anche i ragazzi più duri.
La loro conoscenza mi ha permesso di notare qualcosa di particolare. Ognuno di loro, quando arrivavo in sede, mi chiedeva un dettaglio specifico della nostra prima chiacchierata. E. ad esempio, tutti i giorni mi chiedeva di imitare sempre la stessa azione perché lo divertiva la mia espressione; J. invece mi chiedeva sempre di ripetere una parola italiana perché gli faceva ridere la pronuncia; D. che mi guardava sorridendo aspettava sempre un mio sorriso; J. tutti i giorni mi ripeteva “hullalah” aspettando che io mi girassi ridendo per ridere assieme; oppure M. che appena mi vedeva mi salutava in italiano, chiedendomi se la pronuncia era corretta.
Tutti questi dettagli erano per me, e credo anche per loro, uno sorta di ricongiunzione prima di iniziare a parlare d’altro o svolgere delle attività; sembrava quasi una verifica per vedere se uno dei due fosse cambiato durante la notte. Ma al tempo stesso era un dettaglio che solo io ed ognuno di loro potevamo sapere e che era unico delle nostre relazioni.
Allo stesso modo la psicologa Liane M. e l’assistente sociale Ana Valina M. mi hanno spiegato ed illustrato il loro lavoro all’interno e all’esterno dell’unità; riguardo a loro, ho avuto la fortuna di partecipare a due visite domiciliari. Nonostante tali attività non rientrassero in modo specifico nel mio campo di studi, sono stati momenti molto formativi perchè mi hanno permesso di vedere il lavoro che viene svolto fuori dall’unità, in particolare con i Comuni dei paesi d’origine dei ragazzi, per la gestione dei rapporti con le famiglie. Inoltre, ho potuto assistere ai dialoghi con gli stessi familiari degli adolescenti.
Per poter raggiungere tali obiettivi formativi, a seguito del primo periodo di osservazione partecipante e anche sulla richiesta dell’equipe tecnica del CASEM, ho programmato e sviluppato una mia attività specifica con gli adolescenti accolti. Un laboratorio con l’argilla che si è sviluppato nell’arco di 3 settimane e per un totale di 6 incontri.
Nei primi incontri è stato difficile riuscire a controllare i ragazzi, soprattutto spiegare loro che dovevano seguire le mie indicazioni, perché non era un’attività libera ma un’attività da me condotta che richiedeva la partecipazione attiva e sincera da parte loro.
Il confronto con la psicologa e l’assistente sociale mi ha aiutato molto, in quanto mi hanno suggerito delle modalità alternative per la gestione delle attività e della relazione con i diversi partecipanti. La presenza di queste due figure professionali in alcuni momenti del laboratorio, mi ha aiutata a condurre l’attività con ottimi risultati, in particolare negli ultimi incontri in cui i ragazzi hanno realizzato dei lavori pieni di significato.
Un momento del laboratorio con l’argilla – FUNASE CASEM, Petrolina-PE. |
Il Progetto BEA, oltre ad includere lo svolgimento del tirocinio formativo, offre la possibilità di essere facilitatrici/tori al corso di lingua e cultura italiane all’UNIVASF (Università Federale Valle del São Francisco).
Nonostante avessi molta paura, una volta iniziato il corso ho dovuto ricredermi. Devo ringraziare il mio coinquilino e compagno di “cattedra” Giacomo L. e Nicola A., responsabile del Corso.
La serata di culinaria del corso di lingua e cultura italiane PROEX – UNIVAS |
Ringrazio il Progetto BEA, promosso dall’En.A.R.S. Padova, per avermi dato la possibilità di vivere questa esperienza di scambio interculturale attraverso la quale, oltre alle attività di tirocinio, ho potuto conoscere la cultura nordestina, la musica del sertão, il forrò, i cibi tipici della Bahia e del Pernambuco, i buonissimi succhi dalle 200.000 varietà di frutta, i modi di dire e di fare dei ‘nordestini’, il calcio, l’amore per gli amici e l’amore per la terra in cui si vive.
Equipe 2018 |
Ringrazio le donne di questa favolosa equipe: Sara per il suo modo di fare un po’ tutto suo e Ludovica per aver riso a crepapelle per le sue disavventure.
Ringrazio Nicola Andrian, il coordinatore del Progetto BEA, per aver saputo accompagnarci in questa esperienza formativa sia professionale che umana, di vita. Per aver capito che avevo bisogno di qualcuno che mi appoggiasse nel corso di questa esperienza e per i consigli dati. Grazie per essere una figura di riferimento che non oscura la strada, ma che tiene la luce per gli altri.
Fiume São Francisco |
“Durante il nostro cammino cerchiamo di raggiungere una meta;
Corso di studio in Scienze dell’Educazione e della Formazione, FISPPA – UNIPD, sede di Rovigo.
Buon rientro in Italia Equipe 2018. Al termine le esperienze di mobilità internazionale del Progetto BEA e della ricerca INTEREURISLAND
Anche quest’anno si è chiuso il periodo di mobilità in Brasile, del gruppo di studenti dell’Università di Padova del Progetto BEA e della ricerca INTEREURISLAND.
Incontro di orientamento al Consorzio Universitario Rovigo CUR, Italia. |
Le valutazioni in itinere e finali confermano che l’intersezione fra la mobilità internazionale e il dialogo interculturale fra studentesse e studenti italiani e brasiliani, l’intersettorialità fra il mondo accademico e la comunità attraverso attività di extensão, e l’alternanza fra lo studio e il tirocinio e fra l’apprendimento e il servizio alla comunità, hanno costituito di fatto un terreno fertile di incontro, dialogo e scambio fra tutti i ‘soggetti’ coinvolti e un contesto altamente formativo per le studentesse Sara F., Ludovica F. e Beatrice A. e lo studente Giacomo L. coinvolti nei cicli completi del Progetto BEA e della ricerca INTEREURISLAND.
Cicli che in entrambi i casi prevedono 3 diverse fasi come a seguire:
1) Fase di pre-mobilità, in Italia, che prevede attività di orientamento, selezione e formazione specifica anche in peer-education (sviluppata assieme a studentesse e studenti già rientrati e studentesse e studenti stranieri in mobilità).
Corso di Extension: ‘Relazioni interpersonali e dinamiche di gruppo’ – DCH III, UNEB. |
Peer-education: lingua e cultura italiane |
2) Fase di mobilità, in Brasile, che prevede attività di studio al Dipartimento di Scienze Umane III della UNEB, di tirocinio in enti delle città di Petrolina-PE e Juazeiro-BA, di dialogo e incontro interculturale e peer-education (compresi i percorsi di approfondimento di lingua e cultura italiane).
Una delle attività del tirocinio sviluppato da Sara F. (FISPPA, UNIPD – INTEREURISLAND) assieme a Eliana Souza (DCH III, UNEB), alla Pastoral da Mulher in Juazeiro-BA |
Le attività di tirocinio si sviluppano seguendo le diverse fasi del ciclo del Service Learning, una proposta pedagogica che coinvolge gli studenti in attività che combinano il servizio alla comunità (in accordo con le reali necessità di ogni specifico contesto) e l’apprendimento (in riferimento agli obiettivi formativi dei progetti di tirocinio presentati all’ufficio Stage UNIPD in fase di pre-mobilità).
L’alternanza di studio (frequenza ai corsi al DCH III, UNEB) e tirocinio (nei rispettivi enti delle comunità) permette agli stessi studenti di mettere in relazione costantemente la teoria con la pratica.
Un momento del laboratorio sviluppato da Beatrice A. (FISPPA, UNIPD – Progetto BEA) alla FUNASE CASEM, Petrolina-PE, con adolescenti in conflitto con la legge (regime di semilibertà). |
Uno dei momenti del tirocinio formativo di Giacomo L. (FISPPA, UNIPD – Progetto BEA), alla FUNASE CASE di Petrolina-PE con adolescenti in conflitto con la legge. |
Fra le attività più importanti del ciclo del Service Learning ci sono sicuramente i momenti di riflessione / valutazione / programmazione in itinere e finali che si sviluppano sia in ogni specifico ente di tirocinio che durante i Focus Group dell’equipe (tutti gli studenti in mobilità assieme a me, in qualità di coordinatore).
Valutazione programmazione al FUNASE CASEM, Petrolina con Beatrice A. e l’equipe Socio – psico – pedagogica. |
Al FUNASE CASE con Giacomo L. e il coordinatore pedagogico Ilson B. |
La Culminância, momento di chiusura delle attività di tirocinio alla Pastoral da Mulher, Juazeiro-BA |
3) Fase di Post mobilità, in Italia, che prevede la presentazione dei diversi documenti relativi alle attività di tirocinio e studio e momenti di restituzione/condivisione dell’esperienza vissuta anche attraverso momenti di peer-education con gli studenti che si preparano a partire con il nuovo ciclo.
Un abbraccio e un in bocca al lupo per tutto Sara, Beatrice, Ludovica e Giacomo. Ci rivediamo in Italia.
Nicola Andrian
Un momento della festa finale di ‘DESPEDIDA’, Cubiculo, Petrolina-PE |
Quando as pessoas são as protagonistas do encontro e do diálogo intercultural
Abertura |
O evento, organizado com o interesse em desenvolver os vínculos entre as duas universidades a respeito das atividades de internacionalização e extensão, abriu-se com a fala da Prof.a Márcia Guena dos Santos, Diretora do DCH III, UNEB, do Prof. Isnaldo Jose De Souza Coelho – Assesor de Relações Internacionais da UNIVASF e da Prof.a Edilane Carvalho Teles que em 1998 participou, como pionera, ao intercâmbio com a Universidade de Padova.
Missão do Grupo:
- Desenvolver estudos e pesquisas sobre a internacionalização em si e sobre a internacionalização de propostas de extensão universitária;
- Fortalecer os vínculos com a Universidade de Padova, promovendo atividades de intercâmbio/ mobilidade internacional de estudantes, pesquisadores, professores, técnicos – administrativos tanto dos cursos de graduação, de pedagogia e jornalismo, quanto dos cursos de mestrado;
- Fomentar o desenvolvimento dos convênios já existentes e a ampliação para outras universidades, por meio de uma colaboração direta com a SERINT, Secretaria Especial de Relações Internacionais da UNEB (referência: Procedimentos das ações de internacionalização da Universidade do Estado da Bahia, Equipe SERINT – Salvador-BA, 2018);
- Contribuir para a consolidação de espaços integrados do conhecimento, incluindo o desenvolvimento de diferentes idiomas;
- Promover encontros, seminários, estudos, pesquisas e publicações a respeito da Internacionalização da graduação e pós-graduação realizadas no DCH-III da UNEB.
Entrega dos certificados e fotos |
Al via un nuovo ciclo di esperienze di mobilità internazionale, responsabilità sociale dell’università e Service Learning: Progetto BEA e INTEREURISLAND
È iniziato ormai da due settimane il nuovo ciclo delle esperienze di mobilità internazionale attraverso il Progetto BEA e la ricerca INTEREURISLAND, nella città di Petrolina-PE e Juazeiro-BA, in Brasile.
Aeroporto di Petrolina-PE |
PROEX, Prorettorato di Extensão, UNIVASF, Petrolina-PE |
Le prime attività di questo semestre di alternanza fra studio e tirocinio sono state le visite ai diversi enti Partner delle città di Petrolina, nel Pernambuco, e Juazeiro nella Bahia.
APAE Petrolina-PE, persone diversamente abili |
Pastoral da Mulher, Juazeiro-BA, Donne in condizioni di prostituzione |
NAENDA FUNDAC, Juazeiro. Adolescenti in conflitto con la legge, in regime di semi-libertà |
Intercultura e inclusione. En.A.R.S. e ‘Marcellino’, un pomeriggio in …relazione
Progetto BEA & INTEREURISLAND, incontro di condivisione. Equipe 2017, 2018 e …2019
Work in progress con ben 3 generazioni assieme, oggi, all’incontro di condivisione delle esperienze di mobilità internazionale del Progetto BEA e della ricerca INTEREURISLAND (sistema misto di studio e tirocinio all’estero attraverso progetti di responsabilità sociale dell’universtà).
Un grazie per la presenza e la disponibilità a Selena G., Ilaria A., Chiara Z. e Paolo P. (corsi di Scienze dell’educazione e della formazione di Padova e Rovigo, FISPPA – UNIPD), rientrati dall’esperienza svolta nel 2017.
Un in bocca al lupo a Sara F., Giacomo L., Beatrice A (dello stesso corso di studio, sede di Rovigo) e Ludovica F. (tirocinio post-laurea), in partenza il 2 aprile, e un augurio di un buon percorso di preparazione a Ilenia D.A. (corso magistrale in psicologia di comunità FISPPA) e a Giulia T. e Andrea C. (Scienze dell’educazione e della formazione di Padova e Rovigo FISPPA), con un buon anticipo per la formazione pre-partenza.
Un grazie anche a Isabella Polloni (Presidente) e Marcella M. (segreteria amministrativa) dell’En.A.R.S.
Buon cammino a tutte e tutti,
Nicola Andrian
Un momento del pranzo condiviso |
Il Service Learning in una prospettiva internazionale
Una giornata molto intensa con gli studenti del primo anno delle Facoltà di Scienze della Formazione delle Università Cattoliche di Brescia (ore 11.30) e di Milano (ore15.30).
Università Cattolica di Milano |